Head of Communication & Stakeholder Engagement
Dopo oltre un anno di crisi pandemica, economica e sociale, caratterizzato da paure e incertezze, ma anche da accelerazioni e innovazioni, si vede la luce in fondo ad un tunnel che può portare a mondi profondamente diversi: da
scenari di continuità, come un nastro di un film interrotto pronto
a ripartire; a cambi di livello, una sorta di “next level” di
un videogame; ad altri più estremi che ci portano a realizzare futuri
prima considerati utopici o, peggio, distopici. Di certo ora più che mai è
fondamentale mantenere lo sguardo sull’orizzonte per ridisegnare con coraggio i
nostri modelli socio-economici in un momento di “transizione diffusa e sostenibile”.
L’emergenza pandemica ci ha insegnato molte cose, prima tra tutte che da soli non si vince. Nessuna istituzione pubblica o privata è in grado di fronteggiare le sfide del nostro tempo senza una direzione comune e politiche che mettano al centro salute, ambiente e digitale. Ci troviamo di fronte a sfide collettive e globali.
L’Italia può giocare un ruolo di rilievo: ha la presidenza italiana del G20, la cui agenda ruota intorno al trinomio People, Planet, Prosperity e al ripensamento di modelli di sviluppo e di gestione delle “transizioni” (ecologica, sociale, di innovazione). Gioca un ruolo centrale nel dare corpo al Next Generation EU, il piano strutturato europeo per un rilancio post-pandemico sostenibile, inclusivo ed equo. Le stesse priorità sono recepite dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che vede
sei aree di lavoro fondamentali per il futuro del nostro Paese (digitalizzazione, mobilità sostenibile, green economy, istruzione, inclusione e salute) con innovazione e sostenibilità quali leve strategiche per uno sviluppo sostenibile lungimirante.
Le politiche pubbliche, tuttavia, da sole non bastano. Fondamentale è il ruolo del privato. Le imprese, lungo tutto il ciclo di vita dalle start up alle multinazionali, possono e devono essere attori importanti del cambiamento e della reinvenzione di un nuovo modello di sviluppo e di capitalismo responsabile, centrato – per parafrasare il piano europeo NGEU – su una “Next Generation Sustainability”.
In questo contesto un ruolo centrale sarà giocato dalla finanza che
dovrà sempre di più essere capace di convogliare risorse verso investimenti
responsabili che generino impatti positivi sugli ambiti ambientali, sociali e di governance (ESG). Gli stessi rischi di sostenibilità (ESG Risks) vanno sempre più integrati nei processi finanziari.
La sfida riguarda tutti e le start up hanno il grande vantaggio di
poter disegnare pagine bianche e integrare da subito le strategie di
business con quelle di sostenibilità. Così abbiamo fatto in illimity,
banca di nuova generazione e innovativa, nata due anni fa come sustainable
native company.
L’attività di illimity è per sua natura responsabile. La Banca vuole dare
risposte chiare e concrete alle imprese nei loro piani di sviluppo o di
rilancio, contribuendo alla crescita sostenuta e sostenibile del tessuto
imprenditoriale del Paese; istituisce Fondi di Investimento alternativi, cui
sono conferiti crediti di società in difficoltà ma con prospettive di ripresa;
gestisce i crediti distressed corporate, introducendo innovativi
sistemi di aste digitali trasparenti e accessibili a tutti per rimettere in
circolo i beni sottostanti; accompagna, con servizi di banca diretta, i clienti
al fine di rendere più semplice e serena la vita di persone e famiglie. Fa
utili, svolgendo una funzione di utilità sociale nazionale e locale.
Proprio con questo intento, oggi è nata fondazione illimity
con l’obiettivo di creare nuovi spazi di inclusione, coesione e benessere condiviso attraverso la rigenerazione di asset immobiliari da destinare a progetti di utilità sociale. La fondazione opererà sui territori e sulle comunità quale catalizzatore e abilitatore di ecosistemi di imprese sociali, enti no profit, soggetti pubblici e privati interessati a sostenere progetti ad alto impatto sociale legati all’immobile rigenerato, a dimostrazione che si può dare un significato diverso all’acronimo NPL, da Non Performing Loans a Nuove Potenzialità Lavoro.
In illimity il non avere legacy ci ha permesso di disegnare fin dall’inizio una strategia di sostenibilità coerente con la nostra ragion d’essere, il nostro purpose, integrando le tematiche ESG all’interno delle varie policy anziché adottare una singola policy di sostenibilità in capo a un solo ufficio. Questa impostazione ha portato a una sensibilizzazione e responsabilizzazione diffusa nella Banca e ha permesso una declinazione nativa e più efficiente delle attività di sostenibilità all’interno delle diverse divisioni e funzioni.
Un altro spetto fondamentale riguarda la governance ESG: da gennaio
2020, a meno di un anno dalla quotazione, il Consiglio di Amministrazione di ilimity ha costituito il Comitato di Sostenibilità, che definisce gli obiettivi di sostenibilità di medio e lungo termine e ne promuove la cultura all’interno del Gruppo. Anche in una start up, quindi, ci si può dare sin dall’inizio un assetto di governo di queste tematiche allineato alle prassi più avanzate.
Tutto ciò ha permesso di costruire solide fondamenta della strategia di sostenibilità della Banca, declinata poi in azioni concrete del business che sono state rendicontate, nel 2020, nella prima Dichiarazione volontaria
di carattere non finanziario, in continuità con il processo di rendicontazione e trasparenza avviato, lo scorso anno, con la pubblicazione
del Profilo di Sostenibilità.
La DNF è il risultato dell’analisi di materialità attraverso l’engagement di oltre 740 stakeholder, interni ed esterni nell’individuazione dei temi rilevanti per illimity. La rendicontazione dei temi materiali, nel segno dell’innovazione digitale che da sempre contraddistingue la Banca, ha coinvolto tutte le principali funzioni e divisioni aziendali attraverso l’utilizzo di una piattaforma collaborativa di ESG Digital Governance.
Non a caso tra le priorità dell’analisi di materialità sono emerse, quasi un unicum nel settore finanziario, le persone. illimity in un biennio ha
visto crescere la sua squadra da un piccolo gruppo ad oltre 650 illimiters
(così ci definiamo), con la diversità e l’inclusione a fare da caratteristica
distintiva: oltre 20 nazionalità, numeri equilibrati di donne e uomini,
provenienti da oltre 200 aziende diverse, ben 4 generazioni a braccetto (dai
Boomers alle Generazioni X, Millennials e Z). Con un Consiglio di Amministrazione equilibrato per rappresentanza di genere e competenze, nonché una Presidente dalla grande visione e competenze, tra le poche nel mondo bancario italiano (si contano sulle dita di una sola mano le donne ai vertici).
I risultati rendicontati nel Bilancio di Sostenibilità sono la conferma di come
illimity abbia integrato in modo nativo la sostenibilità nel business. Infatti,
nel corso del 2020, i finanziamenti destinati al rilancio di imprese in
difficoltà sono stati circa 247 milioni di euro.
Inoltre, sul piano ambientale, sono stati erogati circa 29 milioni di euro in operazioni dedicate a settori dell’economia circolare, della green transportation e delle energie rinnovabili. Sul fronte crediti distressed la Banca si impegna a supportare imprenditori in difficoltà, avviando con loro un dialogo costruttivo che permetta di risanare le loro posizioni.
È stato inoltre creato un desk dedicato al settore energy, come ambito di
possibile specializzazione, anche in considerazione del contributo che il segmento offre alla conversione energetica in chiave green e il cui impatto verrà calcolato anche in termini di “CO2 evitata”. La banca diretta, illimitybank.com, prima in Italia per essere nata con un’architettura basata sul Cloud e sull’Open Banking, ha visto un Net Promoter Score – indice che misura la soddisfazione dei clienti – di 48 punti, 5 volte maggiore della media del settore.
A fianco di questi risultati, illimity si è attivata per sostenere le imprese che hanno subito gli effetti della crisi economica legata all’emergenza pandemica
attraverso un processo snello e semplificato per la concessione delle sospensioni previste dal DL “Cura Italia” e dalle moratorie ABI. illimity è inoltre intervenuta tempestivamente durante l’emergenza sanitaria, reperendo e mettendo a disposizione delle strutture ospedaliere attrezzature mediche per un valore complessivo di 270 mila euro.
Sul fronte ambientale è ormai evidente la necessità di sviluppare, soprattutto nel settore finanziario, una maggiore sensibilità sui rischi inerenti al
cambiamento climatico e sulle opportunità connesse alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Infatti, nonostante il settore finanziario abbia un impatto ambientale diretto
relativamente contenuto, oggi la vera sfida è quella di intervenire sugli impatti indiretti attraverso le scelte di investimento (il cosiddetto Scope 3).
Su questo fronte lo stesso legislatore europeo si sta muovendo attraverso la
recente tassonomia europea delle attività economiche eco-compatibili (Regolamento 852/2020) e la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) che ha introdotto requisiti di disclosure sulle informazioni
di sostenibilità delle politiche d’investimento e dei prodotti finanziari (Regolamento 2088/2019).
Anche se limitata, abbiamo misurato, mitigato e compensato sin dal
primo anno di rendicontazione la nostra impronta emissiva e scelto di essere “carbon neutral”. Siamo la prima banca completamente in cloud in Italia e abbiamo scelto un partner come Microsoft impegnato ad essere carbon negative al 2030. Abbiamo promosso una cultura diffusa della sostenibilità, disincentivando l’utilizzo di ascensori, stampanti e carta (comunque sempre Certificata FSC), favorendo lo scambio di documentazione digitale. Abbiamo distributori di acqua e borracce di alluminio personali e riutilizzabili. Da qualche mese abbiamo abbattuto le emissioni grazie alle forniture di energia al 100% da fonti rinnovabili certificate “GO” (Garanzia d’Origine).
Dopo averle calcolate e mitigate abbiamo deciso di compensare le pur basse emissioni inevitabili legate alle attività strumentali della Banca (Scope 1 e Scope 2) attraverso crediti di carbonio certificati connessi a progetti
di sviluppo ambientale e sociale in Mozambico, che seguiremo nel tempo, e iniziative di riforestazione circolare urbana nella Biblioteca degli Alberi Milano.
Tassello chiave nel contribuire al positivo impatto indiretto nelle attività di sostenibilità è stato, infine, l’introduzione del Rating ESG nell’attività di credit assessment, per integrare la mappa dei rischi relativi alle imprese da finanziare con una valutazione del loro posizionamento in termini di sostenibilità. La raccolta di questo patrimonio informativo consentirà a illimity di avere una base dati per adottare, in ottica strategica, le migliori scelte di investimento e definire piani di accompagnamento delle imprese in un percorso di sostenibilità incoraggiandole a sviluppare politiche che migliorino il loro approccio sostenibile al business.
Quanto fatto sinora, partendo da un approccio nativo, non è certo un punto di arrivo, ma una prima tappa di un percorso lungo, che faremo con il contributo di tutti consapevoli della responsabilità che portiamo nell’essere impresa di nuova
generazione. Ripensare il futuro significa anche ripartire da una “Next
Generation Sustainability” sposata in modo consapevole e deciso dal settore
pubblico e privato dopo la prima grande crisi globale del nuovo Millennio.
Editoriale pubblicato su Formiche il giorno 15 giugno 2021