CEO illimity
Negli anni mi sono confrontato più volte con i cambi di paradigma dettati dalle tecnologie che hanno trasformato interi modelli di business: dall'arrivo dei telefonini a quello di internet, dei social network, della finanza online e via dicendo.
Le tecnologie hanno cambiato e continuano a cambiare radicalmente le nostre vite in un processo non solo irreversibile ma anche esponenzialmente accelerato.
Sicuramente uno dei cambiamenti più evidenti è stato il passaggio massiccio al Cloud Computing, un paradigma di erogazione di servizi (es. archiviazione, elaborazione, trasmissione dati) basati su risorse condivise e disponibili da remoto attraverso architetture distribuite.
Il Cloud Computing ha avuto in questi anni una larga diffusione in tutto il mondo. Le aziende di ogni settore hanno adottato soluzioni cloud per migliorare l'efficienza operativa, ridurre i costi e aumentare la sicurezza dei dati. Anche i privati hanno beneficiato di questa evoluzione, con servizi di archiviazione cloud che permettono di accedere a documenti, foto e video da qualsiasi dispositivo e in qualsiasi luogo.
La crescita del Cloud Computing è stata notevolmente sostenuta dall'adozione di tecnologie avanzate come l'intelligenza artificiale, il Machine Learning e le reti 5G, che hanno accelerato l'integrazione delle soluzioni cloud in vari settori.
Questa integrazione non solo migliora l'efficienza operativa, ma offre anche nuove opportunità di innovazione. Le aziende possono ora fornire servizi più mirati e personalizzati ai loro clienti, mentre i consumatori beneficiano di un accesso più facile e flessibile alle risorse digitali.
Oggi è normale fare acquisti e operazioni finanziare online, come pure rivolgersi alla rete per dialogare con la pubblica amministrazione, i servizi sanitari pubblici e privati, studiare e accedere a contenuti professionali e di entertainment.
Si tratta di uno scenario che solo qualche anno fa era inimmaginabile ai più.
Oggi ci troviamo ad affrontare anche nuovi algoritmi generativi, capaci di creare in autonomia testi, immagini, video e suoni o, perché no, fra un po’ di dialogare direttamente con il consumatore.
Sicuramente questo impatta la produttività e l’utilizzo del tempo delle persone in modo più smart. Quando abbiamo creato illimity abbiamo deciso di farlo senza legacy con le infrastrutture del passato e già in cloud. Abbiamo allenato i sistemi di machine learning e varie forme di intelligenza aumentata e oggi stiamo cominciando a usare anche l’intelligenza artificiale in tanti aspetti del nostro lavoro in modo da incrementare l’efficienza e la qualità delle operazioni.
Ma nutro ancora dei dubbi sul fatto che dagli algoritmi anche se generativi possa uscire qualcosa di profondamente nuovo. I confini dell'AI sono ad oggi sconosciuti. Quello che è certo è che se non la utilizzerai rimarrai indietro, se la utilizzerai banalmente sarai, al massimo come tutti gli altri. Per andare oltre, è necessario combinare l'IA con le competenze umane, integrando diverse discipline e sviluppando meccanismi di selezione dei dati sui quali applicare i programmi di intelligenza artificiale.
È importante non limitarsi a vedere questa trasformazione solo in termini di efficienza e produttività. Questi sono senz’altro due aspetti importanti, ma ancora più importante, in questo cambio di paradigma è l’enorme potenziale che deriva dall’utilizzo dei dati, non tanto quelli esterni, quanto quelli interni alle organizzazioni: i nuovi strumenti consentono un enorme passo avanti nei processi decisionali, nella gestione del rischio e nella previsione delle tendenze.
Ad ogni modo, il digitale ha cambiato il mondo e le nostre vite causando una disruption che non ha nemmeno vagamente un parallelo nella vicenda umana.
La rivoluzione digitale è appena cominciata e – per quanto possa apparire incredibile – fino a oggi non ne abbiamo visto che la punta dell’iceberg.