CEO illimity
In occasione dello StartupItalia Open Summit ho avuto modo di confrontarmi sui temi dell’innovazione con Luciano Floridi, il filosofo italiano che insegna a Oxford e che ha coniato il temine #onlife. Personaggio di grandissimo interesse.
Onlife è una felice espressione per descrivere la realtà in cui viviamo, l’infosfera, a metà strada tra l’online e l’offline, dove spesso le due dimensioni si sovrappongono.
Una quarta “rivoluzione umana” di portata paragonabile a quella avuta nei secoli scorsi dalle rivoluzioni di Copernico, di Darwin e di Freud.
Sulla realtà di oggi convergono anche gli effetti della Quarta Rivoluzione Industriale che, pure, non comporterà impatti inferiori a quelli collegati alla macchina a vapore, all’elettricità e al computer.
L’effetto combinato non potrà che essere un cambiamento sempre più veloce e pervasivo. Tempi di grandi rischi, ma di ancor più grandi opportunità, in cui diventa chiave vivere fino in fondo l’innovazione.
E proprio un anno fa, al SIOS18, presentammo la nostra startup bancaria, #illimitybank, prendendo una serie di “impegni” con la comunità degli startupper.
Come tutti gli startupper, avevamo 5 porte strette da attraversare: il capitale l’abbiamo raccolto; un gruppo di persone formidabili ha lasciato posizioni spesso prestigiose e si è unito al progetto; l’architettura informatica del tutto inedita con la quale volevamo cambiare le regole del gioco ha superato tutti i test ed è oggi del tutto funzionante; i clienti e i risultati stanno arrivando, in alcuni casi addirittura in anticipo sulla tabella di marcia.
Eravamo consapevoli che, quando avvengono cambiamenti totali, non è possibile adattarsi parzialmente o troppo gradualmente al nuovo: se il paradigma è cambiato non ci si può limitare ad aggiungere un canale o qualche app per rendere sostenibile il vecchio business model. Per creare una banca veramente innovativa, invece, bisognava pensarla, disegnarla sin dall’inizio in modo totalmente nuovo, digitale, modulare e in cloud. Mantenendo, però, quella forte componente umana che permette di coniugare al meglio sia l’online che l’offline.
L’innovazione passa per le persone e per scatenare energie creative è necessario mettere insieme diversità sinergiche: abbiamo assunto più di 350 #illimiters da circa 140 aziende diverse di dieci settori differenti, ma che condividono gli stessi valori di libertà e responsabilità e la voglia di trovare nuove soluzioni e di andare oltre gli schemi, oltre la forma, appunto. L’ambiente di lavoro ma, soprattutto, la qualità dei capi deve favorire l’innovazione nelle decisioni che vengono prese giorno per giorno: premiare le idee diverse, favorire la sperimentazione, tollerare un certo livello di disordine e di insuccessi nel tentare nuove strade (errare significa proprio questo: uscire dai sentieri segnati).
Da temi di questo genere è venuto naturale parlare di come il capitalismo debba imparare dagli errori del passato. Credo nel capitalismo responsabile, quello di Galbraith e non quello di Friedman. Credo che libero mercato, proprietà privata e regole siano tutt’ora gli strumenti più adatti per creare benessere duraturo. Credo che il neoliberismo degli ultimi decenni abbia dimostrato la fallacia dei suoi dogmi: i mercati si autoregolano, i mercati tendono all’equilibrio, gli operatori di mercato agiscono in modo razionale, e altre amenità del genere. Credo che il bene comune venga da una specifica responsabilità condivisa e non sia il prodotto automatico della contrapposizione degli interessi dei singoli.
Con Floridi, ci siamo intesi su tanti altri punti. Il sistema educativo e quello formativo hanno davanti a loro sfide difficilissime. Da una formazione “una volta per tutte” alla necessità di ri-formarsi continuamente nella vita e di acquisire metodo: di imparare ad imparare. E, quindi, la necessità di sviluppare fin dai primi anni di vita curiosità, disponibilità al diverso e spirito critico per non trasformare noi stessi da cittadini e consumatori a prodotti.
Quindi, ci siamo dati appuntamento per continuare questa appassionante discussione.