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Quella che stiamo per raccontare è una storia circolare: che racconta un'idea brillante, una prima battuta d'arresto, e poi una ripartenza con un'altra idea brillante. La storia di Saxa Gres è ambientata ad Anagni, a metà strada tra Roma e Frosinone: un territorio che spicca per eccellenza industriale e ingegneristica, dove si costruiscono persino i componenti dei razzi Ariane che portano i satelliti europei in orbita, e dove in una fabbrica di prodotti ceramici nasce uno dei primi esemplari al mondo di tegola fotovoltaica. Un prodotto innovativo, in anticipo sui tempi, capace di trasformare i raggi del sole in energia senza che vento, pioggia o grandine possano fermarlo.
Peccato che la rivoluzione verde sia in ritardo: il laterizio hi-tech capace di fungere da fonte inesauribile di energia elettrica per le nostre case era ancora lontano dal diventare un prodotto di massa, così lo stabilimento di Anagni si ritrova a navigare in cattive acque e deve sospendere l'attività. Almeno fino al 2015, quando un'altra idea brillante fa capolino in quel del frusinate. C'è un altro componente della filiera circolare che potrebbe fare da materia prima per un nuovo prodotto best-seller: si parla molto di rifiuti urbani e termovalorizzatori, dunque perché non provare a valorizzare (appunto) i materiali frutto di questo percorso di differenziazione e riciclo? Nasce così un prodotto pressoché unico, quanto serve e quanto basta per riaccendere i forni e riportare in fabbrica gli operai.
Il nuovo prodotto si chiama Grestone, marchio registrato, è composto da una miscela degli ingredienti del gres porcellanato e materiali provenienti dalla combustione di rifiuti urbani solidi: soprattutto, assomiglia in tutto e per tutto a un caro vecchio sanpietrino. Ha la stessa forma squadrata, la stessa consistenza e la stessa durevolezza: è pure disponibile in diversi colori, il pigmento viene mescolato direttamente alle altre materie prime prima di entrare nella fornace a oltre 1.200 gradi. È perfetto, per esempio, per costruire attraversamenti pedonali (le classiche zebre) che durano nel tempo e non scoloriscono. Un'idea che si è vista comparire a più di qualche incrocio italiano, che permette ai comuni di risparmiare non dovendo ridipingere le strisce periodicamente, e che ha avuto successo soprattutto all'estero dove Saxa Gres esporta in grandi quantità il suo Grestone.
Ma non c'è soltanto questo aspetto da raccontare della filiera verde di questa fenice che rinasce dalle ceneri. All'interno del ciclo produttivo di tutto il gres porcellanato del gruppo Saxa la macinazione dei componenti avviene "a secco" per ridurre l'impatto ambientale, consumando molta meno acqua e producendo meno scorie di lavorazione. Allo stesso modo l'alimentazione dello stabilimento avviene anche grazie all'energia prodotta da gas generato da biomasse: di nuovo un effetto virtuoso dell'economia circolare dei rifiuti. Poi, naturalmente, viene posta massima attenzione alle emissioni e al filtraggio di potenziali inquinanti generati nel corso di tutto il processo di produzione.
Gli affari vanno bene. Saxa Gres, sotto la guida del Presidente Francesco Borgomeo, riparte e riesce ad espandersi. Vengono acquisiti altri stabilimenti, come quello della Ideal Standard, vengono salvati o creati centinaia di posti di lavoro. Francesco Borgomeo è una sorta di figlio d'arte: la sua famiglia è originaria di Formia, possedeva le celebri Fornaci che rifornivano di laterizi tutto il centro-sud, e dopo i suoi studi tra Roma, New York e Dublino, decide che il futuro della ceramica poggerà le sue basi sulla green tech. Il Gruppo Saxa oggi lavora a pieno ritmo ad Anagni, Roccasecca e Gualdo Tadino: tutti gli stabilimenti stanno per essere riconvertiti al nuovo ciclo di produzione attento all'ambiente, alla ricerca della massima efficienza per sfornare prodotti di qualità con prezzi altamente competitivi sul mercato internazionale.
Una sfida che Saxa Gres ha deciso di raccogliere, con un ambizioso piano di investimenti del valore di 27,5 milioni di euro che si inserisce alla perfezione nel quadro del green new deal che il Governo italiano e le autorità europee stanno varando per il prossimo programma Horizon Europe di investimenti UE negli stati membri. Di questo investimento: 10 milioni di euro sono una prima tranche garantita da SACE e sottoscritta da illimity insieme a una serie di istituti bancari locali; e 17,5 milioni di euro sono finanziamenti garantiti per 9 milioni di euro dal Fondo di Garanzia – Mediocredito Central e per 8,5 milioni di euro da SACE. Gli investimenti effettuati dal Gruppo Saxa Gres sono, però, ben superiori a tale cifra che è in buona parte finanziata con il bond emesso, oltre che alle misure di finanziamento ricevute. La storia dei laterizi e delle ceramiche italiane affonda le sue radici fin nell’Impero Romano e ancora prima nelle civiltà che l'hanno preceduto: ora il compito che si sono prefissati Saxa Gres, A2A, illimity, SACE e ovviamente il Presidente Francesco Borgomeo è traghettare questa tradizione in un futuro fatto di tecnologia, innovazione e di rispetto per l'ambiente. Un modo diverso di fare industria, di generare profitto per gli investitori e ricchezza per il territorio. Un modo per creare nuovi posti di lavoro e nuove opportunità di sviluppo, puntando sulla sostenibilità e, come nel caso di Saxa Gres, sull'economia circolare.